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Cenni di Storia La Porta di Carlo V e la Cappellina di Santa Maria di Soledad
Nell'anno 1516, alla morte del re Ferdinando d'Aragona (Ferdinando
il Cattolico), il trono di Spagna venne ereditato da suo nipote
Carlo d'Asburgo passato poi alla storia come Carlo V, imperatore del
Sacro Romano Impero. Continuando le opere di fortificazione della
città di Gaeta, già iniziate dal nonno, Carlo V dal 1516 al 1538,
avvalendosi dell'ingegno dei migliori architetti militari del suo
tempo, fece erigere un'alta e robusta muraglia lungo la linea di
costa a partire dall'attuale Punta Stendardo. Tale baluardo,
seguendo il litorale, giungeva fino all'opera di protezione,
avanzata e ben difesa, chiamata "La Cittadella", sotto la quale
venne collocato l'accesso principale della Città. Quest'ingresso è
costituito da un grande androne fra due porte, una orientata ad est
e l'altra a sud. Sulla porta meridionale è stato ricollocato dopo
l'Unità d'Italia lo stemma dell'imperatore che era stato rimosso e
sostituito, durante la dominazione dei Borbone di Napoli,
dall'emblema di questa dinastia.
L'intero complesso, oggi conosciuto come Porta di Carlo V (o della
Cittadella), per secoli (fino al 1928) è stato per chi proveniva
dalla via di terra l'unico accesso alla Città fortificata e, per
questo motivo, è noto anche come Porta di Terra, denominazione data
anche al rione circostante.
Nell'anno 1660 governava la piazza di Gaeta il generale spagnolo e
Maestro di Campo Don Alonso de Monrroy il quale, forse "in
ringraziamento per essere scampato ad un attentato nel quale era
rimasto ucciso il suo aiutante", fece edificare nell'androne della
Porta di Carlo V una cappellina dedicata alla Madonna e volle che
fosse simile ad altra fatta erigere in Napoli dal Maestro di Campo
don Luigi Henriquez.
Il Governatore Monrroy morì il 4 febbraio 1668 in età di 57 anni e fu sepolto sotto la chiesa di S. Francesco, che gli Spagnoli chiamavano di S. Giacomo. Quando, nel 1809, questa chiesa fu distrutta, la bella lapide che copriva il sepolcro del Governatore venne recuperata tra le macerie e murata nella parete destra della Chiesa della Natività o dell'Ulivo, dove ancora oggi è visibile. Nella Cappella della "Soledad" per oltre due secoli si celebrò la S. Messa per i soldati della guarnigione e ben presto la Madonnina Solitaria, dal viso dolcissimo, divenne, secondo la tradizione, la protettrice dei pescatori e dei marinai che nelle notti di bufera sono ancora soliti invocarla. Nel 1867, in forza delle leggi applicate all'asse ecclesiastico, il lascito dei 200 ducati fu incamerato dal Governo e le modeste rendite della cappellanìa fino a non molti anni addietro erano riscosse dall'Ufficio del Registro di Formia. Da allora la Cappella è stata officiata solo saltuariamente ed alla sua manutenzione hanno provveduto negli anni i Marinai del limitrofo Comando Difesa Marittima (fino all'ultima guerra), e, dopo la guerra, i Marinai del Comando Dragaggio e del Deposito Combustibili M.M. (oggi Pol-Nato). Una particolare attenzione per il pio luogo ha avuto negli anni della sua vita l'ex Sottufficiale di Marina cav. Giuseppe Monti, che nel triste periodo dell'immediato dopoguerra ha evitato che la cappellina andasse in rovina. Nel 1935 furono eseguite, a cura del commissario prefettizio della Città, alcune opere di restauro. Altre discutibilissime opere di restauro, tanto all'androne quanto al quadro, sono state compiute intorno alla metà degli anni '90. A lato della cappellina, è conservata una lapide sui frontali della quale sono incise le epigrafi originali in lingua spagnola dalle quali, oltre al testamento del Monnroy, si ricavano le notizie sopra riportate. La prima epigrafe, più vecchia, è stata visibile a sinistra della cappellina fino all'ultimo restauro:
A
Honrra y gloria de Dios y de su Madre II restauro dell'androne ha comportato lo spostamento della lapide sulla destra della cappellina. La targa è stata girata ed è stata resa visibile la seconda iscrizione, già nota per essere stata riportata dallo storico locale Diego Monetti nel 1869:
A
Honrra I gloria de Dios I de su madre Santisima de la Immediatamente al di sotto è collocata una targa recante la traduzione dallo spagnolo della prima iscrizione, fatta fare e collocata nel 1938 a cura dal cav. Giuseppe Monti, che già aveva a cuore la cappellina della Soledad. Le traduzioni dallo spagnolo di tali lapidi, peraltro simili, sono le seguenti:
A
onore e gloria di Dio e di Sua Madre
Oggi, nonostante i tempi moderni costringano ad una vita frenetica, la Madonnina della "Soledad" è ancora tappa d'obbligo per tutti i Gaetani che vi passano ogni giorno. La sosta sotto le spesse mura antiche riporta alla mente i tempi passati ispirando, nel silenzio e nella penombra, riflessioni, suggestioni e preghiere.
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